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domenica 24 aprile 2016

L'immigrazione secondo Alessandro: ieri, oggi e domani


Quanto sto per dirvi è un pensiero rivolto a tutte quelle persone che si ritengono moraliste, a quelle persone vicine a partiti politici di destra o sinistra che sia, che affermano di avere una soluzione a quanto sto per dirvi abbastanza estremista, a quelle persone che si indignato nel vedere un proprio simile, un essere umano, che sbarca sulle coste della nostra nazione alimentando sempre più il problema dell'immigrazione; ma quando quell'essere umano sbarca sul suolo nazionale, con lui sbarcano anche i vari pregiudizi che tutti noi potremmo avere nei suo confronti.
É vero il problema dell'immigrazione esiste ed è reale, è visibile ai nostri occhi e non possiamo far finta di non vedere o sentire le grida d'aiuto di un nostro simile, grida che scalfiscono i nostri cuori.
articolo di Alessandro De Bari


Trasferirsi in un paese straniero o comunque diverso da quello nativo per stabilirvisi, questa è ladefinizione di immigrazione, ma siamo sicuri che il problema centrale si proprio questo ? E cosa porta un popolo ad immigrare in un altro paese ?
Partendo dall'ultima domanda la risposta verrebbe da se, sembrerebbe del tutto scontata e qualche volta anche insensata, ma un popolo immigra perché ad esempio il suo paese non riesce più a garantirgli quei diritti fondamentali necessari affinché un uomo possa vivere serenamente la sua vita, quando vede restringersi la sua libertà personale o perché ha un credo religioso diverso e quindi viene perseguitato come se stessimo nel lontano Medio Evo, ancor peggio una persona immigra perché il suo migliore amico, nonché anche suo vicino con il quale ha passato i piú belli anni della sua vita nel giro di pochi secondi ha lasciato questo mondo per mano di una bomba, per mano di una guerra che conseguentemente porta alla restrizione delle varie libertà e dei problemi visti poc'anzi.

Dire quindi che un popolo immigra solo per rubarci il lavoro è una risposta priva di senso, come è ingenua l’affermazione che vede nell’immigrato un peso per le casse dello Stato, infatti il bilancio tra tasse pagate dagli immigrati (gettito fiscale e contributi previdenziali) e spesa pubblica per l'immigrazione (welfare, politiche di accoglienza e integrazione, contrasto all'immigrazione irregolare) è in attivo di +3,9 miliardi di euro , e il Pil creato ogni anno dai lavoratori stranieri ammonta a 123 miliardi di euro, pari all'8,8% del totale nazionale, quasi il 50% è prodotto nel settore dei servizi; affermare quindi che ci rubano il lavoro è pura fantasia, forse siamo noi che non vogliamo far quel tipo di lavoro, ma non allontaniamoci dal centro della questione, l'immigrazione; dopo aver visto brevemente la cause che portano un popolo ad immigrare, fermiamoci un attimo e riprendiamo la prima domanda " ma siamo sicuri che il problema centrale sia proprio l'immigrazione ? ".

Ultimamente un giovane bambino ha dichiarato " I siriani non vi piacciono ? Fermate la guerra enon verranno più", questa sua dichiarazione è molto forte e sopratutto mirata e riassume in poche battute la mera essenza dell'intera questione generando una costruzione logica, condivisa da tutti noi ma che spesso non viene del tutto capita e parlo del tripartito Problema - Causa - Effetto; proviamo ora ad analizzare ogni singolo elemento di tale costruzione Problema = guerra / Causa= risorse economiche e non solo / Effetto = immigrazione, già da qui si può notare come il problema centrale non sia più l'immigrazione, ma andiamo per gradi.

Analizziamo il primo elemento della costruzione logica, il Problema.
Problema principale di tutto questo fenomeno è appunto la guerra che trae le sue origini sin da quando è nato il mondo, basti pensare ai Sumeri, agli Egizi, insomma l'arte della guerra è un arte che si protrae nel tempo e che arriva fin ai nostri giorni; esaminato il problema passiamo ora alla causa, al motivo per il quale vi è la guerra.

Svariati sono i motivi per cui i popoli dichiarano lo stato di guerra, motivi politici, geografici,
economici e tanti altri, tutti motivi che a mio parere non sono validi per giustificare un azione
bellica, che non fa altro che sottrarre sovranità territoriale al popolo colpito dal conflitto, ma che vengono evocati come motivi principali per difendersi da quel popolo. Vi cito un esempio la guerra d'Iraq, obiettivo principale era la deposizione di Saddam Hussein visto con ostilitàà dagli Stati Uniti per vari motivi: timori infondati, su un suo ipotetico tentativo di dotarsi di armi di distruzione di massa, e il suo presunto appoggio al terrorismo islamico, anche quest'ultimo mai confermato portarono il presidente G.W.Bush ad affermare che si trattava di un conflitto per Importare la Democrazia, avete capito bene un conflitto per importare democrazia, costituendo uno stato fantoccio agli ordini degli Americani che causò un calo della sicurezza tra i cittadini.

Iraq una zona del medio oriente, situata geograficamente in un posto strategico e che offriva non poche risorse petrolifere. Con questo voglio farvi capire, come tutti noi ben sappiamo, che i conflitti hanno sempre una duplice funzione, e ciò che sta accadendo tutt'oggi nel medio oriente non deve e non può non toccarci da vicino; l'ISIS è un esempio vivente di come un'organizzazione terroristica possa minare le fondamenta degli stati Islamici, distruggendone la storia e i paesi, affermandosi come corrente di liberazione portando con se distruzione e morte. L'ISIS capeggiata da Abu Bakr al Baghdadi e che in molte foto è raffigurato con John McCain, senatore degli USA, sembrerebbe una creazione degli Americani stessi, come affermato da Hillary Clinton “ l’Isis è roba nostra, ma ci è sfuggita di mano “, Clinton che rivendica la creazione della guerriglia islamista, in funzione anti Assad e che poi accusa Obama di averne perso il controllo a causa della sua posizione troppo attendista, gruppo usato per destabilizzare un territorio che non è soggetto
all’influenza economica e politica Americana, e che gode ancora della propria sovranità, di
qualche settimana fa la notizia di alcuni droni americani, che nonostante avessero trovato centinaia di camion e mezzi vari dell'Isis hanno continuato a sorvolare i cieli come se nulla fosse, oppure il caso di Serena Shim uccisa perché aveva filmato dei miliziani uscire da camion dell'ONU.

Come vedete la causa della nostra costruzione logica che non dimentichiamoci riguarda
l'immigrazione, gioca un ruolo chiave, organizzazioni come ONU, Nato, la stessa Unione Europea e l'America hanno tutti gli interessi a sostenere il conflitto, e soprattutto a finanziare l’ISIS! Come vedete la storia si ripete, prima con Bush ora con Obama e tutta l'Europa compresa.
Come conseguenza di tutto questo vi è il fenomeno dell'immigrazione, chi non scapperebbe da un paese dove vi è la guerra e distruzione? Credo nessuno, ma “ numeri alla mano quanti sono i migranti accolti oggi in Italia ? e soprattutto chi sono i migranti che arrivano sulle nostre coste, e come funziona la rete d’accoglienza ?
Attualmente il sistema d’accoglienza in Italia ospita circa 93.608 profughi, tra centri governativi e strutture temporanee regionali, profughi che hanno diritto a una forma di protezione internazionale, e che sono per lo più eritrei, nigeriani, somali, sudanesi e siriani.
Importante però èanalizzare anche la differenza che intercorre tra migrante, profugo e rifugiato; il migrante è colui che sceglie di lasciare volontariamente il proprio Paese d’origine per cercare lavoro e migliori condizioni economiche e contrariamente al rifugiato può far ritorno a casa in condizioni di sicurezza, il profugo è colui che lascia il proprio Paese a causa di guerre o catastrofi naturali, ed infine il rifugiato è colui al quale è stato riconosciuto lo status di rifugiato in base alla Convenzione di Ginevra del 1951, che ai sensi dell’Art 1 riconosce il rifugiato come colui che dimostri un fondato timore di subire nel proprio Paese una persecuzione personale.

La rete d’accoglienza in Italia è gestita dal Ministero dell’interno ed è articolata in 14 centri di
accoglienza Cpsa, Cda e Cara ( Cpsa = i migranti appena sbarcati ricevono le prime cure
mediche necessarie, vengono fotosegnalati, possono richiedere la protezione internazionale.
Successivamente, a seconda della loro condizione, vengono trasferiti nelle altre tipologie di centri, Cda = I centri di accoglienza (Cda) garantiscono la prima accoglienza allo straniero rintracciato sul territorio nazionale per il tempo necessario alla sua identificazione, lo straniero che richiede la protezione internazionale viene inviato nei centri di accoglienza per richiedenti asilo ( Cara ), da 5 centri di identificazione ed espulsione ( Cie = Gli stranieri giunti in modo irregolare in Italia che non fanno richiesta di protezione internazionale sono trattenuti nei centri di identificazione ed espulsione (Cie). A differenza degli altri centri qui sono reclusi e non possono liberamente uscire ), da 1.861 strutture temporanee e da 430 progetti del Sistema di protezione richiedenti asilo e rifugiati ( Sprar = Lo Sprar dispone di una rete di centri di "seconda accoglienza": in principio non sarebbe finalizzato (come i Cda o i Cara) a un'assistenza immediata di chi arriva in Italia, ma all'integrazione di soggetti già titolari di una forma di protezione internazionale. Oggi però anche lo Sprar fa la prima accoglienza: dopo l'emergenza Nord Africa e l'aumento dei flussi migratori infatti il ministero dell'Interno ha cominciato a trasferire i richiedenti asilo appena arrivati direttamente nello Sprar, senza passare per i Cara sovraffollati ); ma quanto tempo ci vuole per
analizzare la domanda d’asilo? Le commissioni territoriali per il riconoscimento della protezione internazionale devono svolgere l'audizione per il riconoscimento dell'asilo entro 30 giorni dalla presentazione della domanda e decidere nei successivi tre giorni. Tuttavia, stando alla stima della banca dati SPRAR, il periodo di attesa mediamente si aggira attorno ai 12 mesi, mediamente nei paesi Ue nel 2014 è stato accolto il 44,7% delle domande d'asilo esaminate, in Italia, il 58,5%.

Durante il tempo d’accertamento il diritto internazionale impone a ciascun Paese l'accoglienza dei richiedenti asilo fino all'accertamento - o al diniego - dello status di rifugiato. Nel caso italiano, la lunghezza dei tempi di valutazione delle richieste è uno dei punti critici, con effetti diretti sui tempi di permanenza nei centri di accoglienza anche per chi non avrebbe diritto alla protezione; qualora però al migrante non dovesse essere riconosciuto tale status, si può ricorrere entro 15 giorni al Tribunale, che decide nel merito entro tre mesi con una sentenza, che una volta diventata esecutiva porterà all’espulsione dello straniero a carico dello Stato.

Circa i costi sostenuti per l’accoglienza l’Italia nel 2014 ha speso 628 milioni di euro e nel 2015 circa 800 e il costo medio per un richiedente asilo o rifugiato e di circa €35 al giorno, soldi che l’Italia ha ottenuto dalla Commissione Europea che ha recentemente stanziato 2,4 miliardi di euro per i prossimi sei anni, e la fetta più rilevante circa 560 milioni è riservata all’Italia “(Repubblica di VLADIMIRO POLCHI ), per cui tutti quei discorsi infantili e puramente razzisti, che vedono nell’immigrato un soggetto a nostro carico e che sottrae soldi agli italiani, sono discorsi privi di senso.
Una volta che abbiamo esaminato cos è l’immigrazione, le sue cause, i soggetti, gli strumenti per l’accoglienza e i relativi costi, non entrando nel merito delle Direttive Comunitarie o del Trattato di Amsterdam che comunitarizza la disciplina dei visti, dell’asilo e dell’immigrazione nell’Unione Europea o dell’accordo di Schengen per abolire i controlli alle frontiere, possiamo introdurre un altro problema circa il reato di immigrazione clandestina.
“ Il reato di immigrazione clandestina ( Art 10-Bis testo Unico sull’immigrazione - Titolo II
-  disposizioni sull'ingresso, il soggiorno e l'allontanamento dal territorio dello Stato ) fu introdotto nel 2009 nell’ordinamento italiano ma si è subito rilevato un fallimento in quanto aveva intasato le procure di procedimenti giudiziali di poco conto, distogliendo risorse dalla lotta alla criminalità che dall’immigrazione ci guadagna, il decreto che il governo sta studiando, non annullerà completamente l’immigrazione clandestina, ma la depenalizzerà trasformandola in un illecito amministrativo, il che porterà sempre all’espulsione ma tutto sarà più rapido non dovendo subire un procedimento penale; la  depenalizzazione beneficerà fin da subito le Procure, che potranno  archiviare tutte le procedure in corso relative a tale reato e beneficerà anche la popolazione carceraria, considerato che chi si trova recluso o sottoposto a differenti misure a causa di questo reato potrà essere liberato ed espulso dall’Italia “ ( Portale Immigrazione e portale informativo sul permesso di Soggiorno ).

Le denuncie dal 2000 al 2011 nei confronti degli stranieri sono aumentate di circa il 339,7%
queste dipendono per lo più dalla loro permanenza in Italia senza permesso di soggiorno, e non tanto da i crimini che commettono e che purtroppo fanno molta più pubblicità rispetto a quelle azioni positive che gli stessi stranieri fanno nei nostri confronti, vedasi il caso a Roma dove una donna tenta il suicidio buttandosi nel Tevere e viene salvata da un immigrato irregolare, oppure a Firenze dove un uomo per imprudenza, o per cercare lo scatto perfetto è caduto nel fiume Arno e un giovane marocchino si è tuffato in suo soccorso, o ancora ad Erba dove dopo un incidente stradale un uomo è stato salvato da quattro immigrati, queste sono alcune storie a lieto fine che ribaltano un po' i tradizionali stereotipi che spesso si sente dire sugli immigrati; purtroppo viviamo in un mondo dove il male fa più notizia rispetto al bene, dove si è perso il senso di sentirsi tutti fratelli e di aiutarsi l’un l’altro.
Il fenomeno dell’immigrazione non può e non deve essere valutato come un problema del nuovo secolo, ma deve essere valutato come il problema del secolo, di pochi giorni fa la notizia di una nuova inchiesta ad Avellino circa alcune cooperative che lucrano sull'accoglienza degli immigrati.

Non smetterò mai di dirlo: il nemico non è l'immigrato ma il business sull'immigrazione. I 38 euro al giorno, infatti, finiscono nelle casse di società e associazioni che lucrano sull'accoglienza e poi finanziano le campagne elettorali.
Togliamo ai partiti e ai privati la gestione di questa emergenza, facciamo leggi chiare e procedure pubbliche per la gestione dell'accoglienza. Se cancelliamo questo business, sono sicuro che anche il fenomeno dell'immigrazione - così come lo percepiamo oggi - cambierà. Seguendo le parole di Papa Francesco “ respingere gli immigrati è un atto di guerra “, si evidenzia che non possiamo essere ciechi di fronte ad un nostro simile in cerca di aiuto, dobbiamo vedere oltre il profitto che si trae dall’immigrazione e cercare di abbattere quei muri stereotipici legati ad essa, e con una buona ristrutturazione del WalfareState, con politiche di inclusione sociale adeguate che favoriscano l’integrazione, e al rafforzamento delle strutture di prima accoglienza, potremmo affrontare al meglio questo problema che riguarda ogni singolo essere umano e non può essere circoscritto a una mera funzione spettante dello Stato che con le varie organizzazioni internazionali, ne trae solo
profitto.

Finché saremo inermi dinanzi a tutto questo non potremmo riscoprire il valore
dell'umanità, ma come dice una canzone " io credo negli esseri umani" . Non è il colore della pelle a renderci diversi, ma il colore del cuore a renderci uguali !

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